E’ Iniziato il campo estivo 2014 nel centro Amal al Mustaqbal, nel campo profughi di Aida (Betlemme) all’insegna della solidarietà verso la popolazione della Striscia di Gaza. I giorni scorsi hanno visto grande tensione in tutta la Cisgiordania e lo stesso campo ha rischiato di non svolgersi quest’anno, ma nonostante tutto, il primo giorno ha visto la partecipazione di ben trenta bambini, più di quanto ci si aspettasse, segno di un popolo che vuole andare avanti e resistere. Le attività per iniziare sono state improntate sulla conoscenza reciproca e sulla presentazione dando modo ai bambini di raccontarsi, ma anche di esprimere la propria vicinanza a Gaza. Il lavoro, organizzato in più gruppi di bambini, ha prodotto messaggi e disegni da mandare nella Striscia da accompagnare alla raccolta di medicinali e abiti promossa dal centro stesso nelle settimane precedenti. Molta è la solidarietà verso Gaza in West Bank e i bambini del campo di Aida non sono da meno, segno di una Palestina che, seppur divisa dall’occupazione, è in realtà molto unita. I volti della Palestina sono molti, dalla Cisgiordania a Gaza agli arabi del’48, ma la sofferenza e la visione del futuro che possiamo percepire è la stessa, esprimibile nei carri armati e nelle bandiere palestinesi che possiamo ritrovare molto spesso nei disegni dei bambini. L’assemblea organizzativa del campo si è tenuta con le insegnanti del posto, fautrici anch’esse a proprio modo di una resistenza alternativa che passa però dalla visione del futuro dei bambini e dalla creazione di una indipendenza non solo fisica, ma anche e soprattutto culturale. L’esserci confrontati con delle palestinesi, maestre, ma donne prima di tutto, ci arricchisce molto e ci aiuta a sviluppare una visione della resistenza diversa da quella che i media internazionali ci presentano. Nel pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di fare un giro di conoscenza della storia e dei luoghi di Aida con dei compagni baschi, già impegnati nella loro lotta locale, dandoci modo di poter riflettere su una lotta internazionale condivisa. Insomma, è stata una giornata all’impronta del confronto tra varie realtà apparentemente lontane che insieme stanno vivendo il centro all’interno del quale sono stati affissi cartelli multilingue (in arabo, euskira e italiano), segno di una resistenza internazionale e di una prospettiva di futuro condiviso.
Gli Shebab del campo profughi di Aida
Centro Amal Al Mustaqbal
Radio Amalrossa