Giù le mani dalla Siria (12-12-2012)

Oggi, mercoledì 12 dicembre, il Gruppo d’Azione per la Palestina si unisce alle
manifestazioni che stanno avendo luogo in tutta Europa per protestare contro la
scelta, presa dall’Unione Europea, di riconoscere il CNS (Comitato Nazionale
Siriano) come unico rappresentante del popolo siriano.
Crediamo che questa decisione sia profondamente sbagliata e pericolosa.
L’errore (macroscopico) sta nel fatto che questo organismo, assai distante
dalle richieste della popolazione, in realtà rappresenta soltanto i desideri di
quei governi che vorrebbero una Siria assai diversa da quella che oggi
conosciamo (laica, progressista e filopalestinese); non ci stupiamo dunque che
questi Stati (su tutti Arabia Saudita, Qatar, Israele e Stati Uniti), dopo aver
voluto, finanziato e sostenuto la guerra civile, oggi applaudano al servilismo
politico europeo.
La pericolosità di questa scelta risiede invece nel fatto che rappresenta
l’ennesima spinta verso un intervento armato straniero (in stile libico) in
Siria; una nuova guerra umanitaria, un nuovo massacro “democratico”, fatto da
potenze straniere e sostenuto militarmente e politicamente dagli Stati europei
più importanti.
Chiaramente tutto ciò viene propagandato come l’unica soluzione per fermare il
massacro, per far trionfare la democrazia e far rispettare i diritti umani…
ma la verità è assai diversa.
La verità è che la Siria (giuridicamente e praticamente laica, e politicamente vicina
all’Iran) è un ostacolo per il mantenimento della leadership nel mondo
musulmano da parte dell’Arabia Saudita, stato da più di trecento anni retto
sull’ideologia wahabita (espressione ultraortodossa dell’islamismo sunnita); il
sostegno siriano al popolo palestinese danneggia e colpisce direttamente
Israele; un governo stabile a Damasco inoltre rende difficoltosa l’ascesa di
Stati ricchi ed ambiziosi, come la Turchia e il Qatar, che vorrebbero diventare
più importanti di quanto non siano ora.
Per questo ribadiamo quello che abbiamo già più volte sostenuto:
Giù le mani dalla Siria- Non esistono guerre umanitarie
Nessun supporto ai “ribelli”- Nessun intervento straniero
Questo vorremmo sentir dire dalle stesse persone che non più tardi di due
giorni fa hanno ritirato il Premio Nobel per la Pace.

GAP Parma