Mancano 4 giorni al termine del summer camp e le attivita’ mattutine riservano sempre nuove sorprese. Il laboratorio di fotografia ha visto i bambini e le bambine mediograndi girare per il campo con la macchina fotografica in mano per ritrarre i luoghi che vivono quotidianamente. Tra quelli che preferiscono si possono annotare la chiave all’ingresso del campo di Aida (simbolo del ritorno), i murales che raccontano la storia della resistenza del campo, il muro dell’apartheid, che per tutti rappresenta il luogo peggiore da fotografare, con particolare riferimento al cancello da dove le truppe di occupazione escono per le incursioni. Alcuni bambini hanno mostrato molto interesse nel fotografare una tomba nel cimitero vicino al muro: vi e’ sepolto un giovane ucciso 5 mesi fa, proveniente dal vicino campo di Al Azza, ucciso dall’esercito sionista a 15 anni durante la partecipazione ad una manifestazione contro l’ultima operazione israeliana su Gaza. Con queste fotografie verra’ realizzata una mostra che sara’ esposta durante la festa di fine summer camp. Anche gli altri laboratori procedono: il gruppo di teatro si sta concentrando sulla rappresentazione del saggio finale, quello di disegno sta preparando le scenografie, quello di giocoleria sta realizzando palline e clave, costruite con carta e riso, il gruppo dello sport sta preparando la perforamce di Karate e quella del percorso ad ostacoli. Tutti i bambini e le bambine si stanno impegnando moltissimo.
Nel pomeriggio ci si e’ recati in visita al Refugee Camp di Dheishah, uno dei primi campi profughi del 48, che conta una popolazione di 25.000 abitanti. Nato dapprima come un campo fatto di tende, prende forma piu’ stabile nel 67, dove alle tende si sostituiscono le “case” (piccoli nuclei abitativi formati da una stanza e una cucina senza bagno).
Attualmente la superficie del campo e’ aumentata sino al punto da espandersi verso la citta’ di Betlemme.
Girando per il campo, saltano all’occhio i numerosi murales che mantengono la memoria storica della resistenza all’interno del campo e che per la maggiorparte sono dedicati ai martiri del Fronte popolare di liberazione, tra cui quello dedicato ad Ali Abu Mustafa, segretario del FPLP, assassinato con un omicidio mirato da due missili israeliani lanciati da un elicottero mentre era seduto dietro la sua scrivania a Ramallah; o come il volantino dedicato all’attuale segretario Sadat accusato di aver ordinato l’assassinio nel 2001 del ministro del Turismo israeliano e tutt’ora in carcere.
Altri murales sono dedicati ad altri martiri, come quello del 15 enne ucciso all’interno del campo dal fuoco israeliano`mentre portava in mano la torta del suo compleanno. Da una terrazza su una casa in costruzione si puo’ osservare l’intera estensione del campo, che si distingue dalla citta’ dalla presenza delle cisterne sui tetti delle case e dal suo sviluppo irregolare. Da un lato e’ visibile la colonia di Efrat, circondata da terreni palestinesi che i coloni stanno cercando di occupare: hanno gia’ costruito una strada riservata solo agli israeliani, a cui dovrebbe seguire la costruzione del muro. Il progetto prevede l’espansione della colonia fino al muro che la dividerebbe dal campo profughi. Sulla strada del ritorno abbiamo attraversato il campo di Al Azza, il piu’ piccolo dei tre campi vicino a Betlemme, che contiene i murales di Naji al-Ali, autore palestinese di Handala, il bambino raffigurato sempre di schiena con le mani intrecciate.
La serata si e’ conclusa con la proiezione di alcuni video riguardanti le recenti rivolte dei giovani dell’Aida Camp contro gli ultimi raid israeliani su Gaza, svoltesi circa 6 mesi fa. Ne e’ seguito un dibattito con due giovani del Fplp che hanno raccontanto l’attuale attivita’ politica del Fronte Popolare, che ha subito una forte ondata repressiva, sia per mano della polizia palestinese che di quella israeliana, attraverso un massiccio giro di arresti. Nonostante cio’ la resistenza non si ferma: tanti giovani fuori si uniscono alla lotta e credono in una Palestina unita territorialmente e politicamente, contro l’occupazione sionista e contro la politica collaborazionista dell’ Autorita’ Palestinese.
Sempre a fianco della popolazione palestinese, per una palestina Libera.
Yalla Shebab dell’Aida Camp