Mentre gli aerei israeliani continuano a bombardare la Striscia di Gaza, provocando morte e distruzione nella più grande prigione a cielo aperto mai esistita, i supporter di Israele e i “think tank” dell’ideologia sionista continuano a sostenere questa ingiusta e barbara aggressione. Lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua, già ben noto per il suo dichiarate posizioni razziste e xenofobe ( si legga qui:http://www.linksicilia.it/2012/06/il-razzismo-ebraico-firmato-yehoshua/) in un intervista al quotidiano la Repubblica del 15 novembre ha preso posizione a favore dell’intervento armato, auspicandosi che da raid aerei diventi una vera e propria guerra regolare, con tanto di interventi terrestri, occupazione del territorio e la concreta possibilità di massacri strada per strada in stile Sabra e Chatila.
Il rieletto presidente degli Stati Uniti, Barack Hussein Obama, ha confermato la sudditanza del suo paese e del suo governo alle decisioni israeliane, soprattutto alla luce delle grandi pressioni economiche che le lobby ebraiche riescono ad esercitare oltre oceano. I casi di questa risma si contano, purtroppo, a centinaia. Anche nel nostro paese abbiamo dovuto assistere a questa dinamica, che noi definiamo “difesa senza raziocinio di Israele e del sionismo”, da parte di personaggi più o meno noti, e soprattutto più o meno rappresentativi di interessi o fazioni economico-politiche.
In questa sede ci limitiamo a citare due esempi molto significativi: il primo è l’intervento scritto da Fiamma Nirenstein, pubblicato sul quotidiano Il Giornale il 17 novembre 2012, nel quale si elencano con ordine tutte le posizioni favorevoli alla guerra, precedentemente dettate dal governo Netanyahu, cioè: l’odio palestinese è irrazionale e ingiustificato, il lancio di missili spaventa i cittadini ebrei, e il vero obiettivo di Hamas è di distruggere Israele e tutti i suoi abitanti ebrei. Non una parola sull’occupazione militare che dura dal 1948, non una parola sull’ideologia sionista, non una parola sui continui bombardamenti, non una parola sulle uccisioni mirate, non una parola sulla disparità di una guerra terroristica in cui si fronteggiano uno degli eserciti più forti del mondo e delle milizie che dispongono di armi leggere e di razzi a media gittata.
In poche parole: propaganda, becera propaganda, per di più anche condita da menzogne vergognose, come l’affermazione che Israele vuole la pace e Hamas e il popolo palestinese sono gli unici responsabili della crisi attuale: ogni persona con un minimo di buonsenso e voglia di informarsi potrebbe facilmente smontare questa volgare bugia.
L’altro esempio che portiamo riguarda le dichiarazioni rilasciate da Renzo Gattegna, presidente dell’ Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, associazione riconosciuta dallo Stato Italiano, e che per Statuto “rappresenta e tutela le Comunità di fronte allo Stato Italiano e al pubblico”. Il 17 novembre sul sito dell’UCEI compariva la forte dichiarazione firmata da Gattegna nella quale si annunciava il sostegno delle Comunità Ebraiche Italiane all’offensiva su Gaza, all’ennesimo tentativo di genocidio da esercitare sulla popolazione araba palestinese.
Nessuna comunità ebraica, purtroppo, fino ad ora si è dissociata o ha protestato contro questa dichiarazione favorevole alla mattanza; scandalizzarsi di fronte a qualche litro di vernice mentre sotto i nostri occhi si sta verificando l’ennesimo massacro ci sembra quindi semplicemente ridicolo. Che ogni comunità, che ogni persona di coscienza e buona volontà dichiari chiaramente la sua posizione contro la guerra e l’occupazione, al di là della sua appartenenza etnica, religiosa o nazionale, prendendo l’esempio dello stesso Israele, in cui ogni giorno poliziotti e soldati si rifiutano di partecipare al genocidio perchè illegale, ingiusto e disumano.
Con la Palestina nel cuore,