UNA TRAGEDIA LUNGA 64 ANNI -nakba talat 64 hama-

Oggi, 15 maggio 2012, il Gruppo d’azione per la Palestina si unisce al dolore, alla rabbia e all’odio che in tutto il mondo arabo salgono ad ogni anniversario della Nakba, la tragedia, ovvero la cacciata della popolo palestinese dalla loro terra e l’instaurazione del regime di apartheid e di violenza sistematica sulla popolazione araba.
Mentre in Palestina le braccia dei lavoratori arabi sono serrate, in virtù dell’adesione pressochè completa allo sciopero Generale, e mentre si registrano vari scontri tra dimostranti e poliziotti dell’Autorità Nazionale Palestinese, in tutto il mondo si susseguono manifestazioni di sostegno e solidarietà alla lotta del popolo palestinese. Ricordare la Nakba fuori dalla Palestina significa mostrare a tutti che, nonostante il silenzio mediatico che da tanti anni è stato posto sulla Palestina, l’occupazione israeliana continua, così come continua il regime di apartheid e di violenza sistematica che Israele ha costruito attorno a sé; continua l’attività dei check point, continua l’occupazione dei coloni, i cittadini israeliani continuano a gettare la loro spazzatura sulle reti che proteggono i mercati arabi sottostanti; la tragedia continua.

Tornare al 1948, ai giorni in cui l’occupazione fu legalizzata dai potenti della terra, ci permette di indicare con precisione i crimini e le responsabilità storiche di Israele e del sionismo, l’ideologia che rappresenta le fondamenta dello stato israeliano. Israele si è strutturato come un regime di apartheid, segregando la popolazione araba in campi profughi o in porzioni di territorio sempre più ridotte, e bombardando i cittadini con una propaganda violenta ed aggressiva, che ricorda molto vicino quella nazifascista. Israele sfrutta i lavoratori arabi, costretti dalla necessità di sopravvivere ad essere una riserva di manodopera a costo bassissimo; strangola l’economia e le possibilità di vita dei palestinesi, imponendo la sua particolarissima visione dei diritti umani e politici. Il sionismo è la costruzione teorica che ha sostenuto e oggi continua a sostenere tutto ciò, in nome di una presunta superiorità derivata da elementi religiosi; è l’ideologia che ancora oggi caratterizza i grandi poteri economici israeliani, e di conseguenza anche la classe politica che ne è alle complete dipendenze.

Nella ricorrenza della Nakba ricordiamo che, da 64 anni, generazioni di palestinesi hanno conosciuto solo la realtà dell’occupazione, con la sua violenza e i suoi soprusi; da 64 anni la stessa tragedia va in scena, giorno dopo giorno, diventando silenziosamente normale. Ma non lo è: questo nessuno lo deve dimenticare.

L’OCCUPAZIONE FINIRA’! -al iktilal la yadum!-

GAP Gruppo d’Azione per la Palestina


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