Io sto con Laith – io sto con la Palestina!

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In un lasso di tempo non meglio specificato tra l’uno e il due settembre 2013 il nostro compagno Laith A., abitante del campo profughi di Aida, Betlemme, ed attivista del centro Amal al Mustakbal (“speranza nel futuro”), è stato arrestato dall’esercito israeliano e deportato presso la prigione di Ofer, situata a sud di Ramallah. L’accusa rivolta a Laith da parte dei militari e, successivamente, dei giudici sionisti è quella di non essere in possesso di un permesso rilasciato dalle autorità israeliane (ottenuto da appena il 18% dei lavoratori della terra) che gli permetta di attraversare “legalmente” il labirinto di check points, posti di blocco e barriere che si chiama Cisgiordania.

Laith stava tentando di uscire dalla West Bank in cerca di un lavoro, una prospettiva quasi impossibile se abiti in un campo profughi, hai 24 anni e l’economia della tua terra è strangolata da un’occupazione che impedisce la libertà di movimento a merci e persone. Laith, nella migliore delle ipotesi, dovrà scontare sei mesi nelle carceri israeliane, il che significa essere sottoposti ad abusi di ogni genere, torture fisiche e psicologiche, una tutela legale pressochè inesistente ed avere il proprio destino in mano ai tribunali giudiziari israeliani, composti per la maggior parte da ufficiali militari senza alcuna preparazione giuridica.

La situazione del nostro compagno è sintomatica di un sistema brutale di occupazione e di detenzione, dove la maggior parte dei prigionieri viene arrestata proprio ai check points, alle frontiere oppure prelevati durante la notte dalle loro abitazioni.

Nelle carceri israeliane sono detenuti più di 6200 palestinesi, dei quali circa 5000 sono prigionieri politici, 178 sono in stato di detenzione amministrativa (ovvero sei mesi rinnovabili di volta in volta senza accusa e senza processo) e circa 200 sono minori, in violazione a numerose leggi internazionali delle Nazioni Unite che si ostinano ancora a ripetere che Israele è “l’unica democrazia del Medio Oriente”.

Come Gruppo Azione Palestina e come Shebab dell’Aida Camp chiamiamo tutti i compagni, gli attivisti ed i sostenitori della causa della Palestina occupata ad una mobilitazione immediata e totale. Per Laith, per tutti i detenuti palestinesi a cui l’occupante sionista nega sistematicamente la dignità e l’esistenza, per una Palestina libera, indipendente e progressista.

Per maggiori informazioni sulle restrizioni di movimento: http://osservatorioiraq.it/node/2262

sul monitoraggio dei prigionieri palestinesi: http://www.addameer.org/

 

Tutti gli aggiornamenti, le novità e gli appelli verranno pubblicati sul nostro sito:

www.gruppoazionepalestina.noblogs.org

Per contattarci: gap.parma@gmail.com

 Laith libero! Libertà per tutti i prigionieri! Sosteniamo la lotta del popolo palestinese, boicottiamo l’economia d’apartheid israeliana!

 Parma, 9 settembre 2013

Gruppo Azione Palestina

Shebab dell’Aida Camp

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