LA MEMORIA E’ UN INGRANAGGIO COLLETTIVO

Ricordare tutto per comprendere il passato ed agire sul presente

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Oggi, domenica 27 gennaio, il Gruppo d’Azione per la Palestina partecipa attivamente alla giornata della memoria, volta a ricordare l’abominio dei campi di concentramento, espressione materiale della volontà di dominio e di sopraffazione dell’ideologia fascista, fondamento dell’Italia di Mussolini e della Germania hitleriana.

Ricordiamo tutti i morti addebitabili ai fascismi europei, e ai loro stati totalitari e repressivi; rendiamo anche onore a tutti coloro che lottarono e contribuirono alla fine dei regimi che crearono i campi di concentramento, il confino sistematico per i dissidenti e l’assassinio politico come consuetudine.

Nei campi di lavoro e di concentramento si realizzava nei fatti la discriminazione insita nel pensiero fascista; si portava all’estremo compimento quello che in nuce si era visto già dai primi anni in cui i due partiti cominciarono la lotta per il potere, e lo consolidarono con olio di ricino e Notti dei cristalli.

Oggi ricordiamo tutti gli oppressi, tutti gli internati, tutte le vittime di quei regimi disumani; indichiamo chi si rese responsabile di tutto ciò, e le becere ideologie che animarono e giustificarono questa carneficina; non possiamo quindi che ribadire, in maniera molto chiara, il nostro determinato antifascismo e la nostra volontà di opporci a chi, ancora oggi, propone un “ritorno al passato” riverniciato di una falsa novità o modernità.

Ricordiamo il tentato genocidio della popolazione ebraica e della popolazione rom europea; ricordiamo l’apartheid dei regimi fascisti, le loro politiche separatiste e la violenza e la repressione sociale che caratterizzano i loro governi.

Proprio perchè ricordiamo tutto ciò, oggi non possiamo tacere il fatto che da 65 anni in Palestina, come ben dimostrato da vari storici, tra cui l’ebreo Ilan Pappè, si va compiendo il prolungato tentativo di pulizia etnica della popolazione araba, voluto e di fatto portato avanti dallo Stato di Israele.

Chiariamo fin da subito che non reputiamo “gli ebrei” tout court i responsabili di tutto ciò; abbiamo compagni ebrei e stimiamo molte persone di sangue e religione giudea che si mobilitano e danno il loro contributo per la fine dell’occupazione della Palestina; i responsabili di questa tragedia sono invece lo Stato di Israele e la sua ideologia sionista, che rifiuta l’uguaglianza dell’uomo in nome di una presunta superiorità di un gruppo etnico o religioso sugli altri.

L’orrore dell’apartheid e della discriminazione sistematica continua in Palestina grazie agli sforzi dello Stato di Israele e alla sua ideologia sionista; oggi, mentre teniamo alti i valori di libertà, della solidarietà e del diritto alla vita, non possiamo non ricordare come l’occupazione israeliana, coi checkpoint, con i bombardamenti, con le uccisioni mirate, nega oggi di fatto questi valori; non possiamo ricordare e rimanere impassibili di fronte a ciò.

Con la mostra fotografica che oggi abbiamo presentato in piazza Garibaldi volevamo mostrare alcuni aspetti dell’apartheid; mostrare immagini della storia di un popolo, quello palestinese, che dal 1948 deve fronteggiare le politiche sioniste governo di Tel Aviv, finalizzate ad allontanare, od eliminare, la popolazione araba dalla Palestina; deve lottare per sopravvivere ed evitare il completo genocidio.

Una data simbolica assume importanza se i valori che la animano prendono vita, e aiutano a modificare il presente; per questo oggi ricordiamo la tragedia della terra di Palestina, le ragioni storiche del suo popolo e dichiariamo che l’occupazione deve finire, assieme alle deliranti ragioni dei fascismi di ieri e del sionismo di oggi.

 

Con la Palestina nel cuore

fino alla vittoria!

 

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